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La caldaia 100% idrogeno dalla Baxi

Baxi Lancia H2: La Prima Caldaia a Idrogeno al 100%

Baxi SpA ha presentato H2, la prima caldaia alimentata al 100% da idrogeno. Questa innovazione rappresenta un passo significativo verso un futuro più sostenibile, segnando la creazione della prima linea europea per la produzione di caldaie a idrogeno puro.

Durante il suo percorso evolutivo, Baxi SpA ha basato le proprie attività di progettazione e produzione di caldaie e sistemi per il riscaldamento su un principio fondamentale: il futuro dipende dal costante sviluppo di prodotti tecnologicamente avanzati, in grado di coniugare un’elevata efficienza alla tutela ambientale.

Baxi ha fatto della sostenibilità una priorità, analizzando i suoi prodotti tramite il metodo LCA (Life Cycle Assessment), normato ISO 14040-44. Questo metodo permette di quantificare l’impatto ambientale dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita, dalla produzione alla fine vita. È emerso che la fase di utilizzo delle caldaie è quella in cui si verifica la maggiore produzione di CO2-equivalente (99,6%), mentre la fase produttiva contribuisce in misura minore grazie all’utilizzo di energia green autoprodotta.

Il gruppo BDR Thermea, a cui appartiene Baxi, si è prefissato l’ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di CO2-equivalente del 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019. Questo sarà raggiunto attraverso una maggiore decarbonizzazione delle attività produttive e dei prodotti.

Baxi ha tracciato una chiara evoluzione delle sue caldaie: dalle versioni standard a quelle ad alta efficienza, che implicano una riduzione di CO2-e del 15% rispetto alle prime. Poi l’adozione di caldaie certificate a lavorare con una miscela di metano e 20% di idrogeno, che riducono fino al 22% le emissioni di CO2-e rispetto alle caldaie standard. Entro il 2026, le caldaie funzionanti al 100% con idrogeno saranno diffuse su larga scala.
La nuova linea di caldaie a idrogeno di Baxi si aggiunge alle altre 14 linee produttive esistenti e rappresenta un impianto pilota concepito per il learning on the job, operando in sinergia con il reparto R&D. L’energia elettrica necessaria è fornita da pannelli fotovoltaici, mentre l’idrogeno è prodotto tramite elettrolisi in una struttura dedicata. Il sistema MES (Manufacturing Execution System) gestisce il processo produttivo, garantendo flessibilità e efficienza. La caldaia a idrogeno rappresenta una proposta concreta che si avvia alla fase finale di sperimentazione sul campo con l’installazione di circa 400 caldaie in vari paesi europei. Questo progetto dimostra che il futuro del riscaldamento può essere efficiente e rispettoso dell’ambiente, contribuendo significativamente agli obiettivi di decarbonizzazione. Baxi SpA continua a crescere insieme alla sostenibilità ambientale, dimostrando che il futuro del riscaldamento può essere efficiente e rispettoso dell’ambiente.

Fonte: Baxi press

Arco technologies. Angelo D’Anzi il pioniere italiano dell’idrogeno verso la quotazione negli Usa

Arco FC è una azienda innovativa italiana che sta rivoluzionando il settore veicolare e industriale con le sue tecnologie brevettate delle celle a idrogeno (fuel cells) Pem e l’elettrolisi a tecnologia anionica ad elevato rendimento. Dopo il successo della prima campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe nel 2020, in cui ha raccolto 1 milione di euro, Arco FC è tornata con una nuova campagna che in soli dieci giorni, ha già raccolto circa 900 mila euro, avvicinandosi all’obiettivo di 5 milioni di euro.
I capitali raccolti saranno utilizzati per consolidare la tecnologia, certificare i prodotti, potenziare la capacità produttiva e ampliare il management. Il prossimo passo per garantire le risorse necessarie al proprio sviluppo è la quotazione al NASDAQ (la borsa USA delle aziende innovative) e un’IPO diretta. Queste operazioni accresceranno ulteriormente il valore aziendale.

LE celle a combustibile di Arco FC hanno un’efficienza che supera del 15% i migliori sistemi attuali. Arco FC collabora con partner di rilievo come Baglietto (yachts), Alkè (veicoli di servizio) Novotech (velivoli elettrici con decollo e ammaraggio su superfici marine) e realtà multinazionali come Toyota Material Handling (carrelli elevatori), Prinoth (macchine per la neve)  ed altre. Sviluppa sistemi di trazione a idrogeno per mezzi a emissioni zero in vari settori, dall’industriale al navale, dall’aeronautico allo stradale ed elettrolizzatori ad elevata efficienza.

Angelo D’Anzi è il fondatore e amministratore delegato e detiene la maggioranza di Arco FC fra i soci. E’ l’unico vero pioniere italiano nel settore delle fuel cells a idrogeno PEM (se ne occupa dal 1997) . Con oltre 25 anni di esperienza e più di 14 brevetti a suo nome, D’Anzi è stato negli anni 90 un imprenditore allora visionario, quando nessuno parlava di idrogeno. Poi ha costruito una lunga carriera nel settore delle tecnologie energetiche in particolare dell’idrogeno. Ha fondato diverse aziende del settore dell’impiego efficiente dell’idrogeno ricoprendo i ruoli di di CEO e CTO in Roen Est, Morphic Exergy, Proxhima, Avanthia e Selmar.   La tecnologia di Arco FC deriva da un iniziale progetto tecnologico dell’Enea sviluppato a livello accademico. D’Anzi e il suo team hanno poi industrializzato questa tecnologia fino a realizzare iniziative imprenditoriali per le quali ha ricevuto anche il prestigioso riconoscimento “Sapio Award” per il trasferimento tecnologico tra istituzioni di ricerca e impresa. Nel corso del tempo ha anche acquisito notevole esperienza anche nel settore del M&A Mergers and Acquisition (Fusione e Acquisizione), oltre che nella ricerca del capitale di rischio e della quotazione in borsa.

La Arco technologies FC sviluppa celle a idrogeno PEM (Proton Exchange Membrane) utilizzati in vari settori. L’energia green e la mobilità a impatto zero richiedono un’innovazione continua e Arco si basa su proprie proprietà intellettuali e su originali filosofie di progettazione e soluzioni per realizzare prodotti innovativi. L’azienda è l’unica realtà italiana a produrre un proprio le fuel cells e gli elettrolizzatori e copre l’intera filiera della mobilità elettrica a idrogeno. E’ anche system integrator di soluzioni idrogeno ed oggi può contare su un portafoglio di brevetti e su un know-how molto ampio configurandosi come uno dei principali players europei nel settore idrogeno. Le fuel cells della Arco sono utilizzati principalmente per autobus, treni, imbarcazioni e carrelli elevatori elettrici. In Italia, Arco Fc è l’unica azienda a operare in questo settore, mentre in Europa le aziende simili sono sette. Attualmente, Arco Fc conta otto ingegneri e quattro operai, ma l’azienda ha in programma di assumere 28 nuovo laureati tra ingegneri chimici, elettrici e meccanici e 56 operai. Le nuove assunzioni dipenderanno anche dalla raccolta di capitali in corso per raggiungere, nei prossimi quattro anni, un fatturato di 60 milioni di euro, una stima ritenuta concreta, considerate le prospettive di crescita del mercato delle fuel cells e degli elettrolizzatori.

Le celle a combustibile non bruciano idrogeno come un motore tradizionale, ma lo utilizzano per caricare batterie veloci che alimentano motori elettrici. Oggi l’impiego diffuso dell’idrogeno è più vicino di quanto si pensi. In Germania ci sono già 120 distributori di idrogeno, mentre in Italia ce ne sono per ora quattro, ma presto aumenterà il numero. La rete italiana di rifornimento dell’idrogeno tecnicamente è già pronta e quando  verranno realizzate quelle già approvate dai bandi PNRR (obbligatoriamente entro il 2025) saranno 50. Recentemente lo Stato italiano ha stanziato 3,2 miliardi di euro per lo sviluppo delle nuove tecnologie a idrogeno all’interno del Recovery Fund. Gli analisti prevedono una crescita media annua dei volumi del 66,9% per le fuel cells dal 2019 al 2026.

L’idrogeno è già una realtà in Italia e non va considerato alternativo all’elettrico puro perchè lo affianca e lo migliora. I problemi dell’elettrico sono le batterie. Attualmente quelle di capacità media si caricano in circa 4 ore per  e durano 2.800 cicli (più o meno sette anni di vita). Se si fa opta per una ricarica veloce (esempio 10 minuti), i cicli diminuiscono fino a 300 (la vita della batteria si accorcia). Poi c’è il problema dello smaltimento perchè le batterie utilizzano materiale non degradabili. Le pile a combustibile Arco, invece, hanno una durata pari a quella di un motore termico (circa 500 mila chilometri) e il loro materiale è riutilizzabile.

Arco FC si distingue per la sua profonda competenza nel campo elettrochimico e tecnologico, costruita con successo negli ultimi due decenni. Tutti i componenti chiave delle celle a combustibile e degli elettrolizzatori sono progettati e realizzati internamente.
In particolare Arco FC produce in proprio:
Produzione del nucleo elettrochimico della cella
Produzione di elettrodi ad alta superficie
Produzione del gruppo elettrodi a membrana (MEA)
Formulazione di inchiostri catalitici
Produzione di stack di feul cells
Produzione di sistemi fuel cells completi di ausiliari
Produzione di piastre bipolari (BPP)

I sistemi di celle a combustibile venduti da Arco coprono una gamma di potenza da 3 a 240 kilowatt. Inoltre, Arco offre elettrolizzatori AEM industriali e piccole stazioni di rifornimento per flotte di veicoli di servizio, complete di stoccaggio ed erogatori.

Le caratteristiche che contraddistinguono Arco Fc sono:

  • Oltre 20 anni di esperienza e conoscenza profonda delle tecnologie idrogeno
  • Profonda conoscenza del mercato dell’idrogeno, delle applicazioni pesanti e della chimica dei processi di produzione delle celle a combustibile
  • Semplicità nella progettazione per una significativa riduzione dei costi

I brevetti di Arco Technologies
I Brevetti proprietari di Arco Fc consentono semplificazione e convenienza nei processi mentre la sua attività di consulenza e coordinamento consente di ottimizzare le prestazioni dei sistemi basati sull’idrogeno per chiunque vuole affrontare questa tecnologia. Arco detiene i seguenti brevetti proprietari:

DIRECTLINK™ integra le celle a combustibile PEM e le batterie agli ioni di litio, ottenendo un impressionante aumento del 15% dell’efficienza energetica rispetto ai principali sistemi a celle a combustibile, il tutto con un risparmio sui costi di circa il 20%.
HYDROFORCE™ consente all’elettrolizzatore AEM di raggiungere pressioni operative fino a 80 bar senza l’uso di materiali costosi, migliorando anche le prestazioni e l’affidabilità. Garantisce una manutenzione più semplice, il controllo delle perdite e misure di sicurezza intrinseche.
HYDROREC™
Integrando la tecnologia HYDROREC™ di Arco nei sistemi di propria realizzazione, è garantito il pieno utilizzo dell’idrogeno consumato, eliminando lo spreco di energia.
HP-RFCS™
Il design proprietario HP-RFCS™ (High Performance Regenerative Fuel Cell System) di Arco per applicazioni spaziali offre molteplici vantaggi, tra cui una pressione di esercizio del gas di 80 bar, corrosione ridotta e funzionamento semplificato. La sua eccellente gestione del calore e la sicurezza intrinseca lo rendono una scelta ideale per lo spazio.
MEGA™
Già nel 2001 è stato ha sviluppato MEGA™ (Membrane Electrode Gasketed Assembly). Questa invenzione ha reso possibile l’industrializzazione e l’affidabilità della produzione di celle a combustibile PEM, nonché la manutenzione. Oggi, tutti i principali produttori di celle a combustibile PEM utilizzano la tecnologia MEGA.

Applicazioni e i vantaggi delle fuel cells Arco

Per i veicoli stradali leggeri: si hanno lunghi tempi di esercizio e capacità di percorrere lunghe distanze, brevi tempi di rifornimento
Per i veicoli pesanti: possono operare su distanze maggiori, su percorsi più impegnativi e in zone a basse emissioni, rifornimento rapido
Per le applicazioni navali: conformità all’ambiente marino una maggiore capacità di stoccaggio (anche con l’idrogeno liquido). Potenza scalabile da 20 kW a multi-MW
Per le applicazioni stazionarie: migliora l’affidabilità e la qualità dell’alimentazione elettrica per infrastrutture critiche durante le interruzioni di corrente
Per i veicoli per la movimentazione dei materiali: funzionamento a piena velocità per l’intero turno senza cali di prestazione. Autonomia doppia rispetto alle unità alimentate a batteria.
Per la ferrovia: funzionamento a lunga distanza, ideale per tratte non elettrificate.
Per il settore aeronautico: durata operativa superiore: le celle a combustibile durano più a lungo rispetto alle batterie tradizionali.

Lo yacht a idrogeno Baglietto
Ha dichiarato Diego Michele Deprati, CEO di Baglietto “La scelta dei partner è stata molto oculata. Abbiamo speso quasi un anno per identificare il partner più affidabile. Un elemento fondamentale era la dimostrazione di aver realizzato progetti effettivamente funzionanti. In Arco Fuel Cells abbiamo trovato quello che aspettavamo e la loro volontà e l’entusiasmo di applicare la loro tecnologia al settore navale. Inoltre, è un’azienda italiana, quindi sono fiero di dire che questa promettente collaborazione è interamente Made in Italy.”

Carrello elevatore a idrogeno fuel cells dellaToyota Material Handling 
Arco ha anche sviluppato, su commissione di Toyota Material Handling, una nuova classe di carrelli elevatori alimentati a idrogeno con tempi di ricarica di soli tre minuti e zero emissioni di CO2.

PRINOTH Il Primo Battipista a Idrogeno
PRINOTH è un’azienda del gruppo Leitner con sede a Vipiteno e stabilimenti in tutto il mondo che si occupa di soluzioni per la mobilità sostenibile  e ha realizzato il primo battipista a idrogeno al mondo. PRINOTH, in linea con la filosofia “clean motion” del gruppo, ha sviluppato due prototipi avanzati che dimostrano il potenziale delle fonti alternative ai combustibili fossili:
HUSKY eMOTION: Modello elettrico del battipista.
LEITWOLF h2MOTION: Il primo battipista al mondo alimentato a idrogeno.
Nei comprensori sciistici di tutto il mondo, le priorità sono l’impiego efficiente dell’energia e una gestione delle piste rispettosa dell’ambiente. I due prototipi di PRINOTH rispondono a queste esigenze, offrendo soluzioni sostenibili e innovative per il futuro. Il motore a celle a combustibile (fuel cells) del prototipo ha una potenza di 400 KW (544 CV), superando quella del suo predecessore a combustione interna a gasolio. Presentato in anteprima durante le gare mondiali di sci mondiale in Val Badia, questo prototipo a idrogeno è “total green” grazie all’idrogeno e offre un’autonomia di quattro ore, nettamente superiore a quella del modello elettrico a batterie, con inoltre emissioni, anche acustiche, nulle.

Progetto SEAGULL (idrovolante a idrogeno)
Il progetto SEAGULL è un’iniziativa di ricerca e sviluppo finalizzata alla progettazione, costruzione, verifica e validazione di un idrovolante ultraleggero ad alte prestazioni, di proprietà di NOVOTECH (Italia). Questo idrovolante è caratterizzato da un sistema di propulsione elettrica ibrida, facile ed economico, operante in autonomia da qualsiasi infrastruttura marina. Il SEAGULL è dotato di un sistema automatizzato ad ala pieghevole che consente di passare dalla configurazione di aeromobile a quella di scafo e viceversa. Questo avviene tramite due attuatori elettromeccanici che possono funzionare anche come puntone di un’ala rinforzata.

Alkè Progetto H2GO: Idrogeno per i Veicoli Commerciali Elettrici Alkè è il partner industriale del progetto H2GO, che riunisce una rete europea di partner altamente specializzati provenienti da diversi settori, tra cui Bosch VHIT, Certh, Arco e la città di Venezia. Gli obiettivi principali del progetto H2GO sono: Fornire uno stack a tecnologia fuel cells a idrogeno per aumentare l’autonomia di un veicolo elettrico di servizio.
Come Funziona. L’idrogeno (H2) immagazzinato nel serbatoio viene iniettato nello stack fuel cells, che produce energia elettrica e come scarto acqua (H2O). L’energia elettrica generata dallo stack viene immagazzinata nella batteria, che alimenta il motore elettrico del veicolo.

Veicolo a idrogeno progetto H2GO | Alke’

Uno dei principali problemi dei veicoli commerciali elettrici è la limitata capacità della batteria, che causa la cosiddetta ansia da autonomia. La ricarica rapida e l’aumento della capacità non sono soluzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente: la ricarica rapida accelera l’invecchiamento della batteria, mentre l’aumento della capacità si basa su materie prime limitate e una catena di valore delle batterie ancora inadatta allo smaltimento eco-compatibile.

CHI HA PROGETTI BASATI SULL’ IDROGENO O E’ INTERESSATO A INVESTIRE IN ARCO TECHNOLOGIES PUO’ COMPILARE IL FORM

Fonti: Press Baglietto – Alkè – Forbes I – Arco technologies inc.

Mondo idrogeno  Riproduzione riservata

Forze Hydrogen Racing (Nl) e la Hypercar H2 fuel cells al Motor Valley Fest di Modena

Nel weekend dal 2 al 5 maggio, il team olandese Forze Hydrogen Racing è stato protagonista al Motor Valley Fest di Modena, un evento imperdibile per tutti gli appassionati di motori. In un contesto ricco di storia e innovazione, Forze ha esposto con orgoglio la sua vettura da corsa tipo Le Mans Forze VIII a fuel cells (celle a combustibile) nel Punto Hi-tech Idrogeno, all’interno dell’Accademia di Modena, accanto ai prestigiosi marchi della Motor Valley dell’Emilia Romagna, la Terra dei Motori. Motor Valley Fest 2024 ha attirato oltre 70.000 visitatori, tra professionisti del settore, appassionati di auto e semplici cittadini, curiosi di scoprire le ultime novità del mondo automotive. La presenza di Forze, insieme al suo sponsor Burkert Italia e ad altri partner come Graf Industries, IIT Hydrogen, Arco Technologies, CleanHy, Novac, Corbelli ha portato una ventata di innovazione spinta con la esposizione della Forze VIII, auto da corsa a idrogeno fuel cells, costruita da un team di studenti di ingegneria della università olandese di Delft.

La vettura è stata portata via terra in una bisarca trainata dell’Olanda fino a Modena da cinque studenti del team Forze: Tommaso Longoni, Alberto Pogna, Carmen Hoekstra, Yannes Van der Pol e Steven De Rijke. Nell’occasione i cinque studenti hanno  presentato alle tv e alla stampa anche la nuovissima Forze iX che debutterà in pista ad Assen il primo weeK-end di agosto e che presenta diversi miglioramenti in termini di prestazioni, guidabilità ed autonomia rispetto alla Forze VIII esposta a Modena

Negli ultimi anni, l’industria automobilistica ha iniziato a rivolgersi sempre più verso soluzioni sostenibili, e l’idrogeno sta emergendo come una delle tecnologie più promettenti. I veicoli a idrogeno offrono numerosi vantaggi, tra cui zero emissioni, tempi di rifornimento rapidi, minor peso rispetto alle auto elettriche a sole batterie, una autonomia più elevata oltre alla, oggi non più trascurabile, indipendenza dalle forniture di materiali da nazioni extraeuropee. La Forze VIII rappresenta pertanto un esempio eccellente di come l’idrogeno possa essere utilizzato per i veicoli di qualsiasi tipo partendo da applicazioni estreme e ad alte prestazioni come le corse automobilistiche.

È importante sottolineare che il sistema di trazione della Forze VIII è alimentato da celle a combustibile (fuel cells), una tecnologia che utilizza l’idrogeno per generare elettricità. Questo sistema di trazione non solo offre prestazioni eccezionali, con rendimento molto superiore a quello basato sul classico motore a combustione interna, ma è anche una soluzione totalmente ecologica, perché ha come unica emissione vapore acqueo.

L’adozione di tecnologie a idrogeno non si limita però solo alle auto da corsa. Sempre più aziende produttrici di veicoli, oltre alle case automobilistiche, stanno investendo nello sviluppo di sistemi di trazione a celle a combustibile, vedendo in questa tecnologia una soluzione ideale per la mobilità sostenibile. L’idrogeno, prodotto da fonti rinnovabili, potrebbe trasformare radicalmente  il settore dei trasporti, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e dai materiali che vengono importati da fuori Europa per le batterie, contribuendo significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

L’entusiasmo per l’innovazione a idrogeno al Motor Valley Fest ha stimolato discussioni su potenziali collaborazioni tra il team olandese Forze con l’università di Delft, da sempre coinvolta nel progetto, con università emiliane per progetti di ricerca congiunta da mettere a diposizione di importati Case della motorvalley come Ferrari, Maserati e Lamborghini. L’obiettivo ambizioso è lo sviluppo di una tecnologia a idrogeno fuel cells adatta per queste supercar, il che potrebbe costituire una interessante alternativa per il futuro della mobilità sostenibile nella Motor Valley rispetto all’elettrico a batterie oppure ai motori a combustione interna alimentati a combustibili bio (e-fuel) che però presentano limiti di efficienza e di gestione. Una preoccupazione espressa da tutti i partecipanti al Talk con le Case dell’inaugurazione dell’evento,  in vista del 2035 con l’abolizione prevista dei propulsori che bruciano i combustibili rilasciando NOx ed altre emissioni nocive,

Esponendo nell’Accademia Militare di Modena, Forze ha anche avuto l’opportunità di fare rete con i professionisti del motorsport e connettersi con appassionati che hanno letteralmente preso d’assedio il Punto Hi-tech idrogeno. L’area è stata il palcoscenico perfetto per mostrare il potenziale dell’energia a idrogeno nel settore delle corse automobilistiche e per le altre applicazioni veicolari delle celle a combustibile a idrogeno (macchine agricole, trattori, movimento terra, aerei e barche etc ). Era esposta anche una Hyundai Nexo a idrogeno della IIT Hydrogen di Bolzano vicino ad una intera stazione di rifornimento a idrogeno dimostrativa portata con tre camion dalla Graf Industries e montata in Accademia per l’occasione.

Ringraziamenti Speciali

Un sentito ringraziamento va all’ ing. Enzo Rossi, uno dei massimi esperti nazionali in tema idrogeno fuel cells (se ne occupa dal 1999 e, oltre a libri e pubblicazioni sul tema, ha realizzato nel tempo diversi prototipi dimostrativi con sistemi di trazioni a idrogeno, alcuni esposti nell’arco di dieci anni a Keyenergy-Ecomondo Rimini). Su invito di Motorvalley fest 2024 ha progettato e curato l’area visibile nel filmato sopra con la Hypercar H2 fuel cells nell’area e in azione in pista, con una animazione che mostra la sua architettura interna.

Una sua dichiarazione ad evento concluso: “La Forze VIII ha dimostrato che l’innovazione sostenibile è non solo possibile, ma anche entusiasmante e concreta. Le mille domande poste dai visitatori dimostrano che nella gente c’è grande aspettativa verso la tecnologie a idrogeno fuel cells. Spetta a noi fare tutto il possibile per non deludere queste aspettative che riguardano il futuro di tutti”

Grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del Punto Hi-tech idrogeno e che sono impegnati verso nuovi traguardi al servizio dell’automotive, della motorvalley e dell’idrogeno.

Mondo idrogeno  Riproduzione riservata

Vienna a idrogeno

Vienna acquista 10 nuovi autobus a idrogeno fuel cells 
A partire dalla metà del 2025, il centro storico di Vienna vedrà un cambiamento significativo nel suo trasporto pubblico. La città sostituirà gli attuali autobus elettrici con nuovi mezzi alimentati a idrogeno. Questa scelta, apparentemente controcorrente, rappresenta un passo avanti nella de carbonizzazione e nell’adozione di tecnologie di trazione innovative. I nuovi autobus saranno prodotti dall’azienda italiana Rampini e sono dotati di celle a combustibile a idrogeno, una tecnologia che sta guadagnando sempre più attenzione a livello globale. Questi autobus, noti come Rampini “Hydron”, sono unici nel loro genere, essendo i primi midibus a idrogeno prodotti in Europa. La cella a combustibile converte l’idrogeno in energia elettrica, permettendo al veicolo di operare per un’intera giornata senza necessità di ricarica.
Hydron, prodotto negli stabilimenti di Passignano sul Trasimeno (Perugia), è alimentato a idrogeno e non produce nessuna emissione inquinante con 450 chilometri di autonomia; la capacità del serbatoio dell’idrogeno è pari a 10,8 Kg. È lungo 8 metri e largo 2,20 metri, viaggia alla velocità di 70 Km/h; può trasportare fino a 48 passeggeri ed è dotato di accesso e di postazione per le persone diversamente abili.
Il veicolo è equipaggiato con motore elettrico a trazione posteriore con una potenza di picco di 230 kW. La potenza della cella a combustibile pari a 30 kWh. Le logiche di funzionamento della Fuel Cell e delle batterie sono governate da un’unità elettronica in grado di dialogare con tutti i sistemi di bordo e che sovrintende alla produzione di energia attuando algoritmi appositi per il raggiungimento delle massime performances. Gli unici prodotti di scarto generati durante il funzionamento sono calore e vapore acqueo.

Il rifornimento avviene presso la stazione di rifornimento ove l’idrogeno è prodotto mediante il processo diretto di elettrolisi alimentato da energia prodotta pannelli fotovoltaici oppure con eolico. La stazione di rifornimento attinge quindi direttamente al serbatoio in loco per il rifornimento dei veicoli. Questa caratteristica offre un vantaggio significativo rispetto agli autobus elettrici tradizionali, che richiedono infrastrutture di ricarica e fermo macchina molto lunghi per la ricarica delle batterie. Con l’adozione della tecnologia a idrogeno, Vienna ridurrà il numero di autobus necessari per le linee cittadine del centro storico da 12 a 10, ottimizzando l’efficienza operativa e diminuendo i costi complessivi di gestione. Una delle componenti più importanti del progetto è l’uso di idrogeno verde, prodotto localmente a Vienna. Questo approccio non solo riduce le emissioni di carbonio associate al trasporto pubblico, ma rende anche la città più autonoma dal punto di vista energetico. Wiener Linien, l’operatore del trasporto pubblico di Vienna, ha sottolineato l’importanza dell’indipendenza energetica e della neutralità climatica, obiettivi raggiunti grazie alla produzione in loco di idrogeno. L’integrazione di questa tecnologia rappresenta una svolta per Vienna, che diventa così una delle prime città europee a impiegare su larga scala autobus a idrogeno in un contesto urbano.
L’acquisto e l’introduzione di questi autobus sono frutto di un investimento congiunto tra il governo locale, il Ministero per la Protezione del Clima e l’Unione Europea, per un totale di circa 12 milioni di euro. Peter Hanke, assessore ai trasporti pubblici, ha dichiarato che questo progetto posiziona Vienna come un pioniere europeo nella lotta contro il cambiamento climatico, dimostrando come le città possano guidare la transizione verso un futuro più sostenibile. L’introduzione dei nuovi autobus a idrogeno a Vienna rappresenta un passo importante nella direzione di un trasporto pubblico più sostenibile ed efficiente. Grazie alla collaborazione tra la tecnologia Rampini e un’infrastruttura energetica verde, Vienna si sta preparando a diventare un modello per altre città europee che cercano di ridurre la loro impronta di carbonio e migliorare la qualità della vita urbana. La scelta di abbracciare la tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno dimostra come l’innovazione possa giocare un ruolo cruciale nella costruzione di un futuro più sostenibile.

FONTE: Rampini

HydroRide l’e-bike svizzera a idrogeno fuel cells

Nel contesto globale della mobilità sostenibile, il settore dei trasporti sta vivendo una fase di rapida evoluzione. Oltre alle auto elettriche e alle bici a pedalata assistita alimentate da batterie al litio, una nuova soluzione sta emergendo con grande potenziale: sono le e-Bike alimentate a idrogeno fuel cells. Questo sviluppo innovativo promette di cambiare le regole del gioco, offrendo un’alternativa ecologica alle biciclette tradizionali e una soluzione efficiente e pratica per un mondo sempre più attento alle tematiche ambientali.

Il mercato delle biciclette elettriche è in piena espansione e si prevede che raggiungerà un valore di quasi 110 miliardi di euro entro il 2030. Questa crescita è alimentata dalla crescente domanda di soluzioni di trasporto alternative, che siano sostenibili e pratiche per gli spostamenti quotidiani. Le e-Bike, con la loro capacità di combinare l’efficienza della pedalata assistita con la convenienza della mobilità elettrica, sono diventate uno dei mezzi preferiti per chi cerca di evitare il traffico cittadino, ridurre l’impatto ambientale e migliorare la propria salute fisica.

HydroRide Europe AG, azienda svizzera nota per le sue innovazioni, ha introdotto una novità che promette di ridefinire il concetto di bicicletta elettrica che va oltre le convenzionali batterie al litio, proponendo una soluzione basata sulle celle a combustibile a idrogeno (fuel cells).La maggior parte delle eBike attualmente sul mercato dipende da batterie al litio, note per i loro limiti in termini di tempi di ricarica e autonomia. HydroRide ha deciso di sfidare questa convenzione introducendo una serie di biciclette elettriche che utilizzano l’idrogeno come fonte di energia. Questa tecnologia sfrutta celle a combustibile che convertono l’idrogeno in elettricità, alimentando un motore elettrico da 180 W integrato nel mozzo posteriore delle biciclette. Il risultato è un’autonomia che può raggiungere i 60 chilometri, con una velocità assistita fino a 23 km/h, rendendo queste eBike estremamente efficienti per l’uso urbano e extraurbano.
Uno dei punti di forza della proposta di HydroRide è il sistema di ricarica HYRYD, un pacco generatore che si distingue per la sua efficienza e praticità. Questo dispositivo compatto, inserito nel telaio della bicicletta, contiene 20 grammi di idrogeno a una pressione di circa 1 MPa. Il generatore è in grado di produrre questi 20 grammi di idrogeno a partire da 200 ml di acqua purificata in circa cinque o sei ore, un processo che può essere ulteriormente ottimizzato se alimentato da pannelli solari, sottolineando l’impegno di HydroRide verso una produzione di energia sostenibile. Il sistema HYRYD consente una rapida sostituzione del contenitore di idrogeno esaurito, un’operazione che richiede solo pochi secondi. Questa caratteristica è particolarmente vantaggiosa per gli utenti che necessitano di minimizzare i tempi di inattività, rendendo l’esperienza d’uso delle e-Bike a idrogeno di HydroRide paragonabile a quella dei veicoli tradizionali in termini di rapidità e semplicità nel rifornimento.

HydroRide ha lanciato diversi modelli per coprire le esigenze di vari segmenti di mercato. Tra questi, spiccano una eBike per pendolari, progettata con un telaio basso per facilitare la salita e la discesa, un modello sportivo per chi cerca prestazioni elevate su diversi tipi di terreno, e una bici pieghevole compatta dal peso contenuto di 19,5 kg, ideale per l’uso in città dove lo spazio è un fattore critico. Tutti i modelli sono dotati di freni a disco, garantendo una frenata sicura e reattiva in ogni condizione. Con il lancio delle sue e-Bike a idrogeno, HydroRide Europe AG si posiziona all’avanguardia della mobilità elettrica, offrendo una soluzione che combina innovazione, sostenibilità ed efficienza.

Le biciclette elettriche alimentate a idrogeno funzionano grazie a un sistema di celle a combustibile, che convertono l’idrogeno in elettricità per alimentare il motore della bici. Il processo di conversione dell’idrogeno è estremamente pulito: il solo sottoprodotto è l’acqua, il che rende questa tecnologia particolarmente attraente dal punto di vista ambientale. Le celle a combustibile a idrogeno offrono inoltre un vantaggio cruciale rispetto alle batterie al litio: il rifornimento è rapido e semplice, riducendo i tempi di inattività e aumentando la praticità per l’utente

Un aspetto cruciale per il successo delle eBike a idrogeno è lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica. Le stazioni di rifornimento per l’idrogeno devono essere compatte, efficienti e facili da utilizzare. Alcune aziende stanno già lavorando a soluzioni innovative che permettano di ricaricare le celle a combustibile delle eBike in pochi minuti, riducendo drasticamente i tempi necessari rispetto alla ricarica delle batterie al litio. Queste stazioni di rifornimento possono essere alimentate da energie rinnovabili, come i pannelli solari, rendendo il processo di produzione dell’idrogeno completamente sostenibile. Le stazioni possono essere installate in vari luoghi strategici, come parcheggi, stazioni ferroviarie, o centri commerciali, permettendo agli utenti di ricaricare le loro eBike durante la giornata senza interrompere le loro attività quotidiane. Inoltre, alcune proposte prevedono stazioni di scambio dei contenitori di idrogeno, simili a quelle utilizzate per le batterie delle motociclette elettriche, che permetterebbero agli utenti di sostituire rapidamente un modulo scarico con uno carico, rendendo il processo di rifornimento simile a un pit-stop in Formula 1.

Il potenziale delle flotte di noleggio a idrogeno
Una delle applicazioni più promettenti per le eBike a idrogeno è nel settore delle flotte di noleggio. Le biciclette elettriche sono già ampiamente utilizzate nei servizi di bike-sharing nelle città di tutto il mondo, e l’introduzione delle e-Bike a idrogeno potrebbe rappresentare un significativo miglioramento in questo settore. Le flotte di e-Bike a idrogeno potrebbero offrire un’opzione di trasporto sostenibile e pratica per i residenti urbani, riducendo l’uso delle auto private e contribuendo a diminuire l’inquinamento e il traffico nelle città.Inoltre, le aziende potrebbero sfruttare le flotte di e-Bike a idrogeno come incentivo per i dipendenti a lasciare l’auto a casa e utilizzare un mezzo di trasporto più ecologico per recarsi al lavoro. Questo non solo migliorerebbe la qualità dell’aria nelle città, ma avrebbe anche un impatto positivo sulla salute dei dipendenti, incoraggiando uno stile di vita più attivo.

Un’altra sfida riguarda la percezione del pubblico: l’idrogeno, pur essendo una fonte di energia estremamente pulita, è spesso associato a preoccupazioni riguardanti la sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la gestione e lo stoccaggio. Sarà fondamentale educare il pubblico sui vantaggi e sulla sicurezza delle tecnologie a idrogeno per superare queste preoccupazioni e favorire una maggiore accettazione.

In conclusione le potenzialità offerte da questa tecnologia sono innegabili. Se affrontate con le giuste strategie e investimenti, le sfide possono essere superate, aprendo la strada a un futuro in cui l’idrogeno non sarà solo un’alternativa promettente, ma una realtà consolidata nella nostra vita quotidiana.

FONTE: Press HydroRide

Il trattore a bioidrogeno fuel cells della Steyr-Cnh

Steyr presenta FCTRAC: il trattore alimentato a bioidrogeno che sta rivoluzionando l’agricoltura

È arrivato il momento dell’idrogeno anche nei campi ! Un importante annuncio scuote il settore: Steyr ha lanciato l’FCTRAC, un innovativo prototipo di trattore alimentato a bioidrogeno. Basato sul modello 4140 Expert CVT, questo trattore è il risultato di una collaborazione che ha visto impegnati ingegneri di CNH, con sede a St. Valentin, Austria, e numerosi partner scientifici e industriali. Tra i collaboratori principali figurano l’Agenzia austriaca per la promozione della ricerca (FFG) e l’Istituto di tecnologia dei motori e degli autoveicoli (IFA) della TU Wien. Questa partnership ha permesso di progettare, sviluppare, omologare e testare l’FCTRAC, dimostrando come la collaborazione tra industria e accademia possa generare soluzioni sostenibili e innovative.

FCTRAC è un nuovo standard per l’agro meccanica sostenibile
e il cuore pulsante del progetto è il modulo BioH2. Questo modulo produce idrogeno utilizzando materie prime e residui biogenici: sono necessari circa 15-16 kg di biomassa secca per ottenere una quantità di idrogeno equivalente a 3,5 litri di gasolio (35 kWh). Grazie alla tecnologia delle celle a combustibile, il trattore emette solo vapore acqueo, azzerando le emissioni nocive.

In termini di prestazioni, l’FCTRAC non ha nulla da invidiare ai modelli diesel. Dotato di una batteria ad alta tensione da 14 kWh e di un sistema elettrico a 400 V, il trattore sviluppa una potenza di 95 kW, eguagliando le prestazioni della sua controparte diesel. La SOSTITUZIONE del motore diesel con una cella a combustibile in un sistema di trazione elettrica, insieme a un serbatoio per l’idrogeno compresso e a una batteria ad alta tensione, rappresenta un significativo passo avanti verso una mobilità agricola più sostenibile. L’FCTRAC ha attirato grande interesse al Castello di Schönbrunn a Vienna, dove è stato nominato per il Premio di Stato Austriaco per la Tecnologia nella categoria “Tecnologie della Mobilità”, che riconosce le innovazioni tecniche più avanzate e sostenibili. Marco Lombardi, responsabile dei marchi Case IH e STEYR per l’area EMEA, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di aver svolto un ruolo cruciale nello sviluppo dell’FCTRAC insieme alla TU Wien. Questo trattore non solo rappresenta il futuro sostenibile verso cui il nostro settore si sta dirigendo, ma rafforza anche la posizione di CNH come leader nell’innovazione dei carburanti alternativi. Continueremo a lavorare su questo entusiasmante progetto”.

Le celle a combustibile a idrogeno (fuel cells) rappresentano una delle soluzioni più promettenti per la mobilità sostenibile. Queste celle generano elettricità combinando idrogeno e ossigeno, con l’unica emissione di vapore acqueo. Questa tecnologia è particolarmente adatta al settore agricolo, dove l’efficienza e la riduzione delle emissioni sono fondamentali e dove è possibile produrre il bioidrogeno ottenuto del biogas dagli scarti agricoli.

Il biogas e il bioidrogeno, ottenuti da fonti rinnovabili, offrono soluzioni complementari. Il biogas, prodotto dalla digestione anaerobica di materiali organici, può essere convertito in bioidrogeno tramite il processo di steam reforming. Questa tecnologia, che è stata brevettata da Scandiuzzi, permette di ottenere idrogeno ad alta purezza dal biogas, aumentando l’efficienza e riducendo ulteriormente l’impatto ambientale.

L’FCTRAC di Steyr rappresenta un passo avanti decisivo verso un futuro agricolo più sostenibile. Grazie alla stretta collaborazione tra industria e accademia, questo trattore a bioidrogeno dimostra l’efficacia delle tecnologie a celle a combustibile e apre la strada a ulteriori innovazioni nel settore dell’agro meccanica sostenibile. Con il continuo progresso delle tecnologie e l’impegno verso la sostenibilità, il futuro dell’agricoltura appare sempre più verde e innovativo.

Fonte: PRESS Steyr – CNH

 

Iris group: la prima lastra ceramica con l’idrogeno verde

La transizione energetica vede tutti i comparti produttivi interessati all’impiego dell’idrogeno green nei processi industriali. Sono particolarmente critici quei settori in cui la de carbonizzazione è più “difficile da abbattere” (dal termine in inglese “hard-to-abate”). Il riferimento, in particolare, è alle industrie “pesanti” (tra cui vetro, cemento, ceramica, acciaio, chimica), ma anche ad alcune che, pur “leggere”, consumano molto gas naturale nei processi (soprattutto alimentare, farmaceutico, gomma-plastica). Queste imprese consumano circa l’85% del gas naturale che viene impiegato dai processi produttivi dell’intera manifattura nazionale. Una soluzione per la loro de carbonizzazione è costituita dall’idrogeno verde.

Attraverso l’elettrolisi l’acqua viene scissa in ossigeno e idrogeno verde tramite corrente elettrica che viene prodotta da grandi impianti fotovoltaici. L’idrogeno verde può essere impiegato direttamente dalle imprese in sostituzione del gas.

L’“IPCEI Hy2Tech” (detta anche IPCEI H2 Technology o IPCEI Idrogeno 1) consiste in aiuti di Stato: si tratta di 550 milioni di euro, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che prevedono sovvenzioni dirette alle imprese che sostituiranno i combustibili fossili come fonte energetica o materia prima per i loro processi.

Una prima importante iniziativa in questa direzione è quella di Iris Ceramica Group, leader mondiale nella realizzazione di grandi lastre in ceramica tecnica di alta gamma per il settore design, arredo e architettura, con Edison NEXT, società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di de carbonizzazione e transizione ecologica. Insieme le due realtà hanno dato vita al primo progetto per la de carbonizzazione dell’industria ceramica tramite idrogeno verde realizzando una H2 Factory nello stabilimento produttivo di Iris Ceramica di Castellarano (in provincia di Reggio Emilia).

Qui vengono prodotte grandi lastre in ceramica con spessori di 12 e 20 mm, destinate in particolar modo al settore dell’arredamento di lusso.  Edison NEXT ha realizzato per Iris Ceramica un impianto di produzione di idrogeno verde tramite elettrolisi di potenza pari a 1 MW, alimentato da energia rinnovabile. Inoltre, sono stati installati 2 impianti fotovoltaici di potenza complessiva pari a 3,8 MWp che serviranno a generare l’energia rinnovabile a supporto dell’impianto. A maggio 2024 è iniziata la fase di test che ha portato alla realizzazione della prima lastra in ceramica al mondo fabbricata utilizzando una miscela di idrogeno verde e gas naturale. La lastra prodotta ha dimensioni di 3,2 metri di lunghezza, 1,6 metri di larghezza e uno spessore di 12 mm. Per lo svolgimento dei test, è stato installato un impianto pilota composto da due elettrolizzatori con una potenza totale di 120 kW elettrici, posizionati in un container e alimentati da energia rinnovabile, capaci di produrre complessivamente 20 metri cubi di idrogeno verde all’ora. L’impianto pilota permette di alimentare un forno di ultima generazione con una miscela di idrogeno verde fino al 7%, percentuale destinata ad aumentare fino al 50% una volta installato l’impianto definitivo, che è stato progettato per consentire un ulteriore raddoppio della produzione ed è già dotato di tecnologie innovative e delle infrastrutture necessarie per l’utilizzo al 100% di idrogeno. L’obiettivo complessivo della fase di test – che proseguirà nei prossimi mesi – è quello di approfondire l’utilizzo della tecnologia per la produzione di lastre in ceramica tramite idrogeno verde e verificare il comportamento del materiale durante la cottura, garantendo al contempo il rispetto dell’eccellenza qualitativa, tecnica ed estetica.

L’importante obiettivo che si è data Iris Ceramica Group assieme ad Edison Next è di raggiungere la carbon neutrality della produzione di lastre in ceramica entro il 2030. La produzione attesa, pari a circa 132 tonnellate di idrogeno verde annui, andrà a sostituire circa 500.000 metri cubi di gas metano all’anno, con un risparmio stimato di circa 900 tonnellate di CO2.

“L’inizio di questa fase rappresenta un passo concreto verso il net zero per un settore industriale particolarmente energivoro come quello ceramico. Si tratta della dimostrazione che mettendo in campo tecnologia e innovazione, ma anche competenze e determinazione, si possono raggiungere risultati importanti anche in ambiti in cui la sfida risulta difficile, poiché richiede un ripensamento dell’intero processo produttivo e l’utilizzo di tecnologie più prospettiche, come l’idrogeno.” Dichiara Giovanni Brianza CEO di Edison Next. “Siamo orgogliosi di essere al fianco di una delle eccellenze del Made in Italy in un’iniziativa pionieristica per l’intero settore, ma anche per il Paese, sostenendo così la diffusione di una nuova cultura industriale in cui la sostenibilità è al centro e diventa, non solo un’occasione di cambiamento positivo, ma anche uno strumento per aumentare la propria competitività sui mercati di riferimento.”

“Oggi segniamo un traguardo importante, un altro fatto concreto che testimonia il nostro impegno verso la decarbonizzazione del settore ceramico. Un progetto unico e all’avanguardia di valenza mondiale, che apre nuove prospettive alla manifattura hard-to-abate, dimostrando che si può fare”. Dichiara Federica Minozzi CEO di Iris Ceramica Group. “La fase di test ci servirà per mettere a punto il processo di produzione per poi passare alla fase successiva che ci permetterà di aumentare sempre più la percentuale di idrogeno verde fino al 50% con il sistema di produzione che Edison Next sta realizzando su misura per noi. Siamo di fronte ad una partnership di grande valore e siamo orgogliosi che questo traguardo sia frutto di un lavoro di squadra di tutta la filiera, un esempio virtuoso di sostenibilità integrata. Auspichiamo che altre aziende possano seguire il nostro percorso per poter veramente fare sistema e divenire un driver di cambiamento a livello nazionale, ma non solo”, conclude Federica Minozzi.

Iris Ceramica Group, che conta circa 1500 dipendenti nel mondo, ha sede a Fiorano Modenese, con stabilimenti in Italia tra le province di Modena e Reggio Emilia – e due siti produttivi all’estero, in Germania e Stati Uniti. Il Gruppo opera nel mercato di alta gamma con differenti marchi storici, riconosciuti tra i più importanti player nel panorama internazionale. Tra i più prestigiosi nel settore design e architettura: Ariostea, Fiandre, FMG – Fabbrica Marmi e Graniti, Iris Ceramica, Porcelaingres, SapienStone e Stonepeak Ceramics.

Fonte: Ufficio stampa Iris Ceramica Group

 

H24EVO La hypercar a idrogeno fuel cells alla conquista di Le Mans

Svelato H24EVO  il nuovo prototipo a idrogeno fuel cells di Mission H24  che mira a portare l’idrogeno a Le Mans nei prossimi anni.

Il futuro del motorsport è oggetto di fascino e le serie di sport motoristici di tutto il mondo si stanno impegnando per ridurre l’impronta di carbonio, attraverso fattori come  l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile durante i weekend di gara.
Dall’inizio del 2022 il FIA World Endurance Championship utilizza il carburante rinnovabile al 100% di TotalEnergies, composto da scarti di residui di vino dell’industria agricola francese, che ha deciso di ridurre le emissioni di ogni vettura di almeno il 65%.
Sin dall’inizio del WEC nel 2012, i produttori hanno utilizzato propulsori ibridi elettrici-ICE nelle principali categorie LMP1 e Hypercar.
Secondo l’Associazione europea dei produttori automobilistici, nel 2022 fino al 22,6% del mercato era costituito da veicoli ibridi. Non sorprende che un pacchetto di auto stradali che incorpora il meglio sia dell’elettrico che del motore a combustione interna, con conseguenti emissioni ridotte, si presti a un prodotto interessante, rispetto agli equivalenti esclusivamente ICE.
Ora ci attende il prossimo passo, e l’Automobile l’Ouest (ACO) – che governa e organizza la storica 24 Ore di Le Mans – afferma che sia l’idrogeno.
Come riportato da altre pubblicazioni, una classe di solo idrogeno a Le Mans è stata prevista al 2027.
L’ACO ha iniziato la sua partnership nel 2018 con GreenGT, un modello che è stato gradualmente sviluppato e ha corso quattro round della Michelin Le Mans Cup 2022, operando ai livelli di prestazioni di un’auto GT3 più veloci.
Dopo aver testato il funzionamento essenziale sulle due auto a idrogeno esistenti, prima LMPH2G e poi H24, hanno portato a termine fasi specifiche della fase di ricerca e sviluppo del progetto della nuova unità di potenza (sistema di celle a idrogeno, serbatoi, motori elettrici, batteria, ecc.) su auto laboratorio.
Dopo aver testato le funzioni essenziali su queste auto, poiché il prodotto finale dovrà rivaleggiare con altre forme di energia e attirare clienti come potenziali produttori è stata avviata una serie di test in pista.

Nell’H24EVO verrà utilizzato un sistema di celle a combustibile (fuel cells) a idrogeno Symbio, con l’obiettivo di ottenere un’elevata densità di potenza e una potenza massima netta di 300 kW (402 cv). La cella a combustibile è costituita da piastre e membrane in cui avviene una reazione elettrochimica che produce elettricità, calore e acqua.
L’ultimo modello H24 ha migliorato la distribuzione del volume e del peso del serbatoio dell’idrogeno (H2), soddisfacendo le esigenze di un’auto da corsa.
Plastic Omnium è il partner ACO che fornirà i due serbatoi di H2 certificati a livello internazionale, ciascuno dei quali stocca 3,9 kg  di idrogeno a 700 bar di pressione, per un totale di circa 7,8 kg (3,9 x 2).
Nel 2018, in occasione della 4 Ore di Spa, Total Energies aveva dimostrato pubblicamente il processo di rifornimento in pista dell’idrogeno. L’anno successivo, ha creato la prima stazione di rifornimento mobile di H2 al mondo, progettata per viaggiare con il team da un circuito all’altro. Total Energies sta attualmente lavorando con l’ACO sull’infrastruttura che assicurerà il rifornimento di idrogeno per la classe Le Mans H2 nel 2027.
Motopropulsore e telaio
L’H24EVO ha un cambio a rapporto singolo e da un unico motore elettrico che alimenta le ruote posteriori.
La densità di potenza del motore (di 660 kW) sarà superiore a 20 kW/kg, che secondo loro è maggiore dell’attuale F1 MGU-K (circa 16 kW/kg)
Peso massimo target: 30 kg rispetto ai 48 kg del modello H24 attuale.
Differenziale a slittamento limitato integra la trasmissione
Costruirà il telaio la ditta ADESS seguendo la struttura di tipo LMP dei modelli attuali.
Oltre a un sistema di raffreddamento più ottimizzato, il guidatore sarà seduto più centralmente per lasciare spazi sui lati per scopi aerodinamici e di raffreddamento.
Peso massimo target: 1300 kg rispetto ai 1450 kg di H24
Una batteria al litio speciale fornirà la maggior parte della potenza di spunto, recuperando l’energia cinetica attraverso la frenata.
La potenza massima della batteria sarà di 400 kW (536 cavalli) e il suo peso sarà di 80 kg, rispetto ai 92 kg dell’attuale H24.
Entro il 2030 utilizzerà pneumatici Michelin con il 40% di materiali di origine biologica o riciclati.
Un peso di 1300 kg e una velocità massima di 320 km/h mostrano le grandi ambizioni del progetto che dimostra che l’idrogeno è un’alternativa fattibile a emissioni zero.
Importante con H24EVO per l’ACO dimostrare che potrebbero tranquillamente essere accolte anche le auto a idrogeno a fuel cells nella famosa gara automobilistica di durata di Le Mans.

Fonte: MissionH24

Stellantis: obiettivo 100.000 veicoli a idrogeno fuel cells

Stellantis punta sull’energia a idrogeno con celle a combustibile oltre alle auto full elettriche. Il gruppo automobilistico guidato dal CEO Carlos Tavares ha annunciato l’obiettivo di produrre 100.000 veicoli all’anno con trazione a celle a combustibile entro il 2030.
Per offrire una flotta di veicoli a basse emissioni sono necessarie diverse tecnologie e per Stellantis la batteria e la cella a combustibile sono tecnologie che si completano a vicenda poiché entrambe coprono casi d’uso diversi.

Puntare a 100.000 unità non è un obiettivo da poco. Jean-Michel Billig, responsabile del programma idrogeno del Gruppo, ha spiegato in un’intervista per la testata tedesca Welt am Sonntag le idee di sviluppo a livello internazionale. Dal 2024 infatti, Stellantis si dedicherà anche alla produzione di vetture con celle a combustibile in Polonia e nel nord degli USA, ponendo grande attenzione al modello RAM 5500 prodotto in Messico.
Si tratta del primo veicolo a idrogeno nel continente americano creato direttamente dall’azienda e potrebbe diventare sempre più oggetto di interesse nel corso del tempo. Nel prossimo decennio infatti, almeno secondo le previsioni di Billig, la quota di mercato significativa verso queste tecnologie potrebbe raggiungere anche il 40% del totale. Poi nello specifico, il pick-up RAM 5500 potrebbe divenire uno dei possibili protagonisti della crescita del settore.

L’idrogeno si sta proponendo sempre di più come valida alternativa all’elettrico, offrendo numerosi vantaggi soprattutto per quel che riguarda la maggiore autonomia delle auto, che può arrivare anche fino a 500 km con l’uso di sistemi di stoccaggio, e la possibilità di aumentare il carico utile del veicolo.

Stellantis ha anche in programma la produzione di 8 modelli di van commerciali, sempre alimentati da H2, che saranno a disposizione per tutto il mercato europeo, con l’intenzione di offrire al Vecchio Continente una gamma di prodotti completamente decarbonizzati a partire dal 2030.

“Abbiamo bisogno di questa tecnologia anche per questo” ha dichiarato Jean-Michel Billig, capo del programma sull’idrogeno di Stellantis.
Stellantis offre veicoli commerciali di medie dimensioni con celle a combustibile dalla fine del 2022, ma finora ne sono stati venduti solo 350, secondo Die Welt. Il gruppo sta ora avviando la produzione in serie. La produzione di veicoli più grandi dovrebbe iniziare in Polonia quest’anno, ha affermato Billig. La produzione americana dovrebbe poi seguire il più rapidamente possibile, soprattutto con il grande RAM 5500 in versione a celle a combustibile. Questa nuova variante del pick-up dovrebbe essere prodotta in Messico. Vedremo dunque quali altre novità emergeranno in proposito da parte del gruppo automobilistico nato dalla fusione di PSA Groupe e Fiat Chrysler Automobiles.

Fonte: Stellantis Global Media

La stazione H2 di Bolzano al centro dei test dei veicoli a fuel cells d’Europa

Produrre idrogeno – ovvero “carburante made in Alto Adige” generato tramite energie rinnovabili, stoccarlo, rifornire le silenziose vetture elettriche a emissioni zero per raggiungere una graduale indipendenza energetica – questa è la base del progetto H2. Per questo, è stato aperto il Centro Idrogeno in stretta collaborazione con l’Autostrada del Brennero SpA, la Provincia Autonoma di Bolzano e grazie al sostegno del FESR – il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale.

Presso l’impianto di produzione di idrogeno bolzanino, tre elettrolizzatori modulari sono in grado di produrre fino a 180 Nm³/ora a condizioni normali (Nm³= m³ a 15°C). L’idrogeno compresso e stoccato sotto forma gassosa attualmente può rifornire fino a 15 autobus urbani (con tratte giornaliere di 200-250 km) o fino a 700 vetture. L’impianto prevede inoltre la possibilità di rifornire gruppi bombole d’idrogeno o carri trailer con autocisterne.

La stazione di rifornimento H2 di Bolzano è un riferimento importante per i test sulla lunga distanza dei veicoli idrogeno che, dalla Germania e dall’Austria, arrivano in Alto Adige percorrendo l’asse nord-sud da Francoforte, Monaco e Innsbruck dove ci sono altre stazioni di rifornimento. Per esempio le prove della BMW iX5 Hydrogen. Questo nuovo mezzo con cella a combustibile sta effettuando dimostrazioni e test a livello mondiale sulla lunga percorrenza e l’Alto Adige (e di conseguenza anche il distributore di idrogeno a Bolzano) è una tappa fondamentale: il mix tra montagne, vallate e autostrada permette di provare la macchina in condizioni diverse.

Con questo veicolo BMW fa un ulteriore passo verso una mobilità a zero emissioni: la BMW iX5 Hydrogen si basa su una X5 e sottolinea il know-how di punta del “BMW Group” nel campo dei sistemi di trazioni elettrici; le celle a combustibile sono il frutto di una cooperazione di sviluppo di BMW con Toyota.

Nell’ambito questo periodo di intense fasi di test e prove, Daimler Truck ha completato una serie di prove preliminari con il prototipo di camion Mercedes-Benz GenH2 in Alto Adige. La base di partenza è stata il Centro Idrogeno di Bolzano Sud.
Già in passato l’Alto Adige è stata un’area di prova molto gettonata per veicoli di varie categorie e tipi di trazione. Recentemente, tuttavia, si è manifestata una tendenza interessante: sempre più costruttori di veicoli stanno testando i loro camion a zero emissioni – soprattutto quelli alimentati ad idrogeno – nell’area del corridoio del Brennero.

A causa del suo profilo di pendenza, questo è uno degli assi di traffico principali più impegnativi e, soprattutto, più trafficati d’Europa: quasi 4,5 milioni di camion attraversano qui le Alpi ogni anno. I test su questo percorso sono quindi un chiaro segnale dell’intenso lavoro per la de-carbonizzazione del traffico pesante. Il punto fisso e di partenza di queste attività è il Centro Idrogeno di Bolzano Sud, che gode di un’ottima reputazione non solo in Europa grazie al suo vasto know-how tecnico.
Così il team di sviluppo Daimler ha sottoposto il camion GenH2 ad una serie di test impegnativi ed intensivi: dal Brennero all’autostrada fino al Passo Pennes e si è detto entusiasta delle condizioni dell’Alto Adige, dove un’ampia varietà di profili di guida incontra il supporto di un’équipe altamente esperta.

Claudio Vitalini, Amministratore Delegato del Centro Idrogeno di Bolzano, afferma: “Accompagnare i nuovi veicoli nei loro primi passi verso il mercato è uno dei motivi per cui è stato fondato il centro. Gli attuali sviluppi molto positivi dei veicoli pesanti a zero emissioni sono molto importanti soprattutto per l’Alto Adige e per l’autostrada del Brennero, con il suo elevato volume di traffico. Sostenerli ed introdurli sul mercato il più rapidamente possibile è nell’interesse di tutti noi”.

Fonte: Press – IIT Hydrogen