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Il “programma idrogeno” italiano nel Recovery Fund in arrivo dalla U.E.

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Più rinnovabili e idrogeno nelle proposte per il Recovery Plan inviate a Palazzo Chigi del ministero dello Sviluppo economico. Il governo italiano ha riunito le aziende italiane del settore, chiedendo loro come dovrebbero essere spesi nel settore energetico i soldi in arrivo del Recovery Fund. Le audizioni si sono svolte nei giorni scorsi alla Camera.

Eni, Enel e Snam vogliono utilizzare le risorse del Recovery Fund per virare decisamente l’Italia verso l’idrogeno e le energie rinnovabili. Vediamo in che modo..

ENEL

Enel punta sulle rinnovabili. In particolare c’è più eolico e più fotovoltaico. L’azienda, che nel 2019 ha prodotto il 52% di elettricità da forti rinnovabili, propone che l’eolico debba raddoppiare. “Dobbiamo installare nuovi 10000 megawatt di pale eoliche in Italia”, ha spiegato in audizione alla Camera Carlo Tamburi, direttore Italia di Enel e amministratore delegato e presidente di Enel.

“E molto di più dev’essere fatto per il fotovoltaico” ha aggiunto Tamburi, che ha sottolineato al Governo la necessità che le autorizzazioni per i nuovi impianti arrivino in tempi rapidi. Enel chiuderà tutti i suoi impianti a carbone in Italia entro il 2025, spingendo ed investendo sul fronte delle energie rinnovabili “I soldi del Eecovery Fund rappresentano fondi di natura nuova” spiega Tamburi, sottolineando il fatto che si tratta di ulteriore denaro che Enel spenderebbe oltre a quanto già programmato nel piano industriale dell’azienda. Tra i progetti ne spiccano in particolare due: 1) il potenziamento dell’impianto fotovoltaico di Catania, che passerebbe da 200 a 2000 megawatt, e 2) l’utilizzo delle fonti rinnovabili Enel per produrre idrogeno pulito sia per alimentare in parte ex Ilva di Taranto, sia per nuovi progetti di mobilità a idrogeno su strada e su mare. “Pensiamo che tutta la mobilità delle navi, da crociera e commerciali, possa essere totalmente elettrificata. Questo è un tema che potrebbe, con Spagna e Grecia, fare un grande polo del Mediterraneo della navigazione sostenibile”- ha detto Tamburi.

ENI

Per ENI la sfida tecnologica è quella di trovare scoprire nuove tecnologie per portare il verso uno scenario energetico più sostenibile. “Dobbiamo eliminare l’80% della CO2 prodotta” ha sostenuto Lapo Pistelli, direttore degli affari pubblici di Eni. Tre gli obiettivi. “Il primo è il progetto di cattura, uso e stoccaggio della Co2 per la decarbonizzazione del sistema energetico mondiale, europeo e anche nostro. Il secondo è produrre energia elettrica senza emissioni di CO2 grazie all’idrogeno “blu”. L’Eni ha avviato un progetto di produzione di idrogeno dal sole, vento e maree su una piattaforma off-shore al largo di Ravenna riconvertita (prima serviva per il petrolio). Europa scommette molto sull’idrogeno, e l’Eni può produrre l’idrogeno per nuove finalità (stazionarie e trasporti). Questa produzione può essere messa a disposizione dei clienti finali anche grazie a scambi virtuali con certificazioni. “Nel secondo progetto” – aggiunge Pistelli – “che vogliamo dedicare alle isole minori del nostro Paese, è previsto lo sfruttamento del moto ondoso per produrre e fornire energia elettrica non soltanto quando il mare è agitato, grazie anche all’accumulo dell’energia elettrica sottoforma di idrogeno. Potrebbe aiutare a liberare le isole minori dalla dipendenza da energia elettrica prodotto finora da gasolio. Sono progetti già pronti non futuri. Queste tecnologie sono mature e sicure”. Il terzo tema caro ad Eni è quello della decarbonizzazione dei trasporti, che passa attraverso lo sviluppo e l’utilizzo di carburanti più green come l’idrogeno da rinnovabili e i biocarburanti non fossili. A Venezia Eni ha già programmato la realizzazione di una stazione di rifornimento di idrogeno di concerto con il Comune della Città lagunare per fra circolare le prime 10 auto a idrogeno che saranno fornite dalla Toyota (le Toyota Mirai a fuel cells)

SNAM

Snam, che negli ultimi anni si è fatta promotrice dell’idrogeno rinnovabile. Snam è a lavoro per supportare la crescita della filiera italiana dell’idrogeno, attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie per favorirne l’impiego in molteplici settori, a partire dall’industria fino ai trasporti sia su terra che su acqua. La Snam gestisce la rete nazionale del metano e si appresta a preparare la necessaria infrastruttura per la distribuzione e per il rifornimento stradale dell’idrogeno da rinnovabili.

Il nuovo strumento presentato mercoledì dalla Commissione europea che propone di destinare almeno 100 miliardi su 750 del nuovo bilancio dell’Unione europea 2021-2027 verso la transizione ecologica. Il 25%, circa 275 miliardi in sette anni. dovrà essere spesso nei programmi europei per mobilitare gli investimenti sostenibili. Il nostro Mise intanto, nelle proposte per il Recovery Plan, propone di investire un miliardo di euro e la creazione di una piattaforma coordinata di ricerca e sperimentazione prototipale sulle tecnologie di produzione e stoccaggio dell’idrogeno. La piattaforma sarà sviluppata da in collaborazione con le Università, enti di ricerca e imprese come Enel, Eni, Snam e diverse altre che in Italia che stanno già sviluppando progetti ed attività sperimentali a idrogeno da rinnovabili.

Fonte: Pubblicazione delle Audizioni alla Camera