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La rivoluzione idrogeno Recovery Fund – Gli obiettivi nazionali ed i progetti regionali

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Siamo all’ultimo chilometro per la presentazione a Bruxelles del Recovery Plan  (detto anche Next Generation UE) italiano. Per la nostra nazione sono previsti circa 200 miliardi di cui il 37% (quasi 80 miliardi) destinati alla transizione energetica green. Di questi, circa 3 miliardi sono per progetti destinati ad implementare il vettore energetico idrogeno nella nostra società. Vediamo in che modo e quali sono i progetti regionali più significativi che sono stati presentati al Governo per l’inoltro a Bruxelles (previsto entro il 30 aprile).

Il Piano Nazionale idrogeno italiano si articola sui seguenti punti:

A) Produzione di idrogeno da rinnovabili nelle aree industriali dismesse L’obiettivo finale è creare delle Hydrogen Valley che prevedano la produzione locale di idrogeno ed il suo utilizzo nelle zone circostanti, in un raggio anche di molti km.

B) Finanziamenti per supportare la filiera di prodotti per l’idrogeno (elettrolizzatori, accumulo, utilizzi stazionari e veicolari etc.) L’elettrolizzatore permette di ricavare idrogeno verde (dalle rinnovabili e dall’acqua). Lo scopo è di supportare la produzione di elettrolizzatori di diverse dimensioni per soddisfare la prevista domanda di idrogeno. Il target è di circa 5 GW (5 milioni di KW) di potenza di elettrolisi entro il 2030.

C) L’ idrogeno come alternativa al gas naturale per la produzione siderurgica es. Ferro Ridotto Diretto (DRI). L’idrogeno per produrre “acciaio verde” nell’industria siderurgica che attualmente utilizza il gas naturale. Oltre a ciò l’idrogeno potrebbe essere impiegato anche in altri processi che richiedono temperature elevate.

D) Creazione di una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno per i trasporti (auto, bus mezzi pesanti). Per ora una prima rete di 40 stazioni di rifornimento di idrogeno.

E) Reti ferroviarie e treni a idrogeno a fuel cell per sostituire il diesel laddove l’elettrificazione dei binari non è economicamente vantaggiosa (attualmente circa il 40% della rete nazionale).

F) Finanziamenti alla ricerca per il vettore idrogeno in tutte le fasi: produzione, stoccaggio, distribuzione, utilizzi etc.. Obiettivi della ricerca e sviluppo con oggetto l’idrogeno: la sua produzione da diverse fonti energetiche, innovazionione e digitalizzazione di sistemi e reti energetiche basati sull’idrogeno, sviluppare le tecnologie per la produzione di calore dall’idrogeno senza emissioni, ricerca e sviluppo aventi come oggetto le fuel cells e i relativi rendimenti, ottimizzare la distribuzione dell’idrogeno adeguando il più possibile la rete italiana esistente per il gas naturale, sviluppare la produzione in loco dell’idrogeno da energie rinnovabili. Non ultimo: creazione di nuove figure professionali specializzate nei vari aspetti dell’idrogeno, in vista dello sviluppo di circa 300.000 nuovi posti di lavoro per le diverse iniziative previste per l’idrogeno da rinnovabili del Recovery Plan italiano.

I progetti idrogeno proposti dalle Regioni

Lombardia

La hydrogen valley lombarda si svilupperà intorno ad un progetto ferroviario nella tratta Brescia-Iseo-Edolo. Il progetto si chiama H2iseO ed è stato promosso da FNM e Trenord. Si sono già aggiunte A2A, Snam, Enel Green Power. Ma il progetto si estende anche ad altri utilizzi veicolari e stazionarii nella zona fra Brescia e Milano, dove esistono già due stazioni di rifornimento (un progetto di autobus a idrogeno di qualche anno fa) che saranno portate a erogare dagli attuali 350 a 700 bar di pressione, per poter poter alimentare anche le auto a idrogeno. Il “cluster” idrogeno lombardo prevede il suo utilizzo anche in alcune fonderie del bresciano i cui processi per la produzione di acciaio e leghe leggere potrebbero diventare “total green”

Trentino

La Provincia autonoma di Trento, già antesignana con mezzi finanziari propri nel 2011, di un cluster idrogeno (due bus a idrogeno come navette per i Mondiali di sci alpino 2011 e l’attivazione di una stazione di rifornimento a Predazzo) ha presentato quest’anno i suoi progetti per l’utilizzo dei fondi previsti dal Recovery Plan. Secondo la parlamentare trentina Vanessa Cattoi il rilancio deve partire dall’idrogeno. La Provincia autonoma di Trento prevede l’introduzione dell’idrogeno green prodotto da idroelettrico sia per la ferrovia Valsugana (Trento-Bassano del Grappa) sino a Borgo/Primolano, garantendone poi la prosecuzione sino a Bassano con treni a idrogeno nella tratta non elettrificata in sostituzione dei treni diesel. Ma l’idrogeno è previsto anche per gli altri utilizzi nella valle dell’Adige (da Bolzano a Verona) con un piano logistico per i trasporti sia pubblici che privati. La Provincia di Trento conta sul Recovery Fund per avviare anche una attività di progettazione, sperimentazione, realizzazione e gestione delle tecnologie per l’utilizzo dell’idrogeno. Le Olimpiadi 2026 potrebbero quindi trovare l’Italia come un Paese all’avanguardia con l’idrogeno prodotto nel rispetto dell’ambiente (idroelettrico ad alto salto dai laghi alpini) e delle peculiarità orografiche dei territori (idroelettrico fluviale a basso salto). Un progetto integrato di produzione dell’idrogeno con la disponibilità di stazioni di riferimento sia per i treni che per i bus a fuel cells ed una rete distributiva diffusa su tutta la provincia. Il che permetterebbe di fare del Trentino una regione tecnologicamente all’avanguardia ed un modello di eco-compatibilità ambientale.

Veneto

Il progetto Veneto per l’idrogeno nasce dalla collaborazione fra l’Autorità del Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Sapio e Hydrogen Park e consiste nel trasformare l’ecosistema portuale della laguna veneta in un nuovo polo di energia pulita basato sull’idrogeno. Il progetto “PORTS8” prevede la realizzazione di un centro di produzione di idrogeno ed una stazione di rifornimento stradale di idrogeno nell’area portuale di Porto Marghera a Venezia. Il progetto “SUNSHINH3” svilupperà invece un sistema di distribuzione innovativo del’idrogeno basato sulla “ammoniaca verde” (che è una soluzione per accumulare e spostare l’idrogeno facilmente, ottima per le specifiche risorse impiantistiche di Marghera). Un sistema di accumulo e trasporto che consentirà di assicurare ai punti di utilizzo l’approvvigionamento di idrogeno verde (quello ottenuto in laguna da rinnovabili, senza emissioni di anidride carbonica). Il consorzio Hydrogen Park, a partire dal 2010, ha attivato le attività di ricerca e innovazione legate agli utilizzi dell’idrogeno e di recente è stata realizzata una imbarcazione a fuel cell alimentata a idrogeno denominata HEPIC (Hydrogen Electric Passenger venICe boat) che costituisce il primo passo per la diffusione della navigazione a idrogeno nella laguna veneta.

Emilia Romagna

Aziende in prima fila assieme alla Regione Emilia Romagna per i progetti idrogeno. Saipem e Qint’x realizzeranno un hub energetico rinnovabili – idrogeno (da eolico e solare) al largo delle coste di Ravenna per oltre un miliardo di euro. Si tratta del progetto “Agnes”, il primo hub energetico al mondo che combinerà più soluzioni integrate unendo eolico offshore, solare fotovoltaico galleggiante e idrogeno verde grazie agli elettrolizzatori che saranno posizionati sulle piattaforme ex oil&gas oltre le 6 miglia nautiche, quindi poco visibili dalla costa. Nel complesso, sono 620 MW di potenza installata galleggiante: 115 turbine eoliche alle quali si affianca un parco solare flottante da 100 megawatt. In totale, l’elettricità prodotta annualmente da eolico e solare ammonterà a 1,5 terawattora annui, sufficienti a coprire il fabbisogno di più di 500mila famiglie. L’eccesso di energia sarà usato per produrre idrogeno verde. Gli elettrolizzatori saranno posizionati sulle piattaforme quasi al centro del Mar Adriatico In questo modo si arriverà a generare circa 4mila tonnellate di idrogeno verde l’anno, pari al consumo di più di 2mila bus a idrogeno al giorno. Poi idrogeno anche per l’HUB portuale internazionale merci di Ravenna. La tecnologia ad idrogeno si sta aprendo infatti anche ai collegamenti ferroviari per sostituire i treni ancora funzionanti con motori diesel nelle linee ferroviarie non elettrificate. Con l’idrogeno prodotto “off-shore” a Ravenna si alimenteranno non solo i treni a idrogeno ma anche veicoli stradali pubblici e privati. Oltre che per gli spostamenti su rotaia nel porto di Ravenna, la tecnologia idrogeno per i treni potrebbe essere impiegata anche altri collegamenti ferroviari attualmente a gasolio: tra Ravenna, Faenza fino a Firenze e fra Ferrara e Codigoro. Queste linea oggi sono  percorse da treni inquinanti che utilizzano combustibili non rinnovabili (da petrolio). L’adozione di treni a idrogeno a fuel cells consentirà tempi di percorribilità più brevi ed inquinamento nullo”.

Umbria

Per il Recovery plan, l’Umbria propone la realizzazione del suo polo dell’idrogeno in un’area dismessa della centrale Enel di Gualdo Cattaneo non lontano da Todi. Si tratta di un progetto da 84 milioni di euro con due distributori di idrogeno: uno a Perugia e l’altro a Terni, entrambi al servizio di una prima flotta di bus a fuel cells. Il progetto prevede l’utilizzo di un’area di 18 ettari, di cui cinque dedicati alla produzione di idrogeno, nove per l’impianto fotovoltaico e quattro alle attività del laboratorio di ricerca sull’idrogeno denominato H2bLab. Secondo il piano umbro, da questo progetto integrato idrogeno dovrebbero nascere 300 nuovi posti di lavoro. A Perugia il distributore di idrogeno rifornirà almeno due autobus a celle combustibile per il trasporto pubblico a zero emissioni. A Terni l’altra stazione alimenterà dieci autobus di linea oltre a mezzi privati. L’impianto fotovoltaico avrà una potenza di 6 MW e produrrà energia elettrica green per l’elettrolizzatore che fornirà tutto l’idrogeno green necessario al progetto. H2Lab si occuperà anche di attività di trasferimento tecnologico, spin-off, informazione e divulgazione sull’idrogeno. Sono in programma altre iniziative idrogeno come la cogenerazione in ambito civile con le celle a combustibile a idrogeno, la produzione di acciaio green e l’uso dell’idrogeno per prodotti sintetici sostitutivi della plastica che attualmente sono ottenuti con tecnologie che impiegano fonti fossili.

Lazio

L’ hydrogen valley laziale avrà la sua sede naturale nel Centro di ricerche Enea di Casaccia, presso Roma. Un primo investimento da 14 milioni di euro è previsto per un insieme di infrastrutture per la ricerca e la sperimentazione su tutta la filiera dell’idrogeno: produzione, accumulo, distribuzione fino all’utilizzo nella generazione di energia nel settore industriale e nel residenziale. E’ prevista anche la realizzazione di una stazione di rifornimento per veicoli a idrogeno (bus e automobili, ma anche per mezzi di sevizio non stradali come i carrelli elevatori a idrogeno per la movimentazione delle merci).

Puglia

La Puglia vuole diventare uno dei centri nazionali di alta tecnologia  per l’idrogeno previsti dal Piano nazionale per la Ripresa e la Resilienza. “Con questa delibera di giunta – ha detto l’assessore all’Ambiente Maria Grazia Maraschio – avviamo i lavori di ricerca e studio finalizzati allo sviluppo e l’utilizzo dell’idrogeno in Puglia. Anche la Regione Puglia deve diventare una hydrogen valley, sfruttando le potenzialità in particolare di Brindisi, Taranto e Foggia e degli impianti di produzione solare ed eolica esistenti per attivare la produzione di idrogeno green da elettrolisi. Politecnico di Bari, Crea di UniSalento, il Distretto Tecnologico Nazionale sull’Energia, Enea, Nanotec e la Cittadella della Ricerca di Brindisi sono già impegnati insieme per l’idrogeno. La Puglia ha tutte le potenzialità per essere un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno”

Sicilia

Data la sua posizione strategica nel Mediterraneo e i suoi collegamenti con il Nord Africa, la Sicilia si candida a diventare il più importante hub italiano ed europeo dell’idrogeno. Si pensa a idrogeno prodotto da rinnovabili nel Sahara e trasportato via nave (navi a idrogeno) in Sicilia. L’Isola sarà anche un riferimento internazionale di ricerche sull’idrogeno. “Stiamo ragionando con una visione strategica e di lungo periodo” spiega l’assessore all’energia Alberto Pierobon. “L’idrogeno è l’anello di congiunzione per una trasformazione “verde” dell’industria. Tutti i colossi energetici, da Eni a Snam, da Enel a Terna etc. hanno confermato il loro appoggio totale all’iniziativa idrogeno Siciliana”.

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