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Mimì. Un veicolo di servizio a idrogeno fuel cells modenese

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Un nome semplice per un progetto ambizioso: Mimì, acronimo di micromobilità a idrogeno, è l’innovativo veicolo urbano sviluppato interamente da Bieffe Project in collaborazione con Università di Modena e Reggio Emilia. Rappresenta un passo decisivo verso una logistica urbana a impatto zero, grazie a un sistema propulsivo che integra fuel cell, supercapacitori e batteria al litio, capaci di lavorare in sinergia per massimizzare l’efficienza energetica, La vera innovazione del progetto risiede nella gestione combinata delle tre fonti energetiche. Tradizionalmente, i veicoli a idrogeno si affidano alle celle a combustibile per alimentare il motore elettrico, con l’eventuale supporto di batterie. Le celle a combustibile (fuel cell), fornite da Arco Fc, trasformano l’idrogeno in elettricità producendo come unico scarto vapore acqueo. I supercapacitori, sviluppati e brevettati da Novac, garantiscono potenza istantanea per le fasi di accelerazione e recuperano energia in frenata. La batteria al litio funge da polmone energetico, immagazzinando e restituendo energia in modo stabile e continuo. La combinazione simultanea di questi elementi consente di ridurre i consumi del 20–30% rispetto ai veicoli a idrogeno tradizionali, con un significativo aumento dell’autonomia e una gestione più efficiente dei picchi di potenza.I supercapacitori sono stati integrati nella carrozzeria grazie al lavoro di RF Design, riducendo ingombri e peso complessivo: una soluzione ingegneristica che migliora le prestazioni dinamiche e ottimizza gli spazi di carico. Durante le fasi di frenata, l’energia cinetica viene recuperata e immagazzinata nella batteria, contribuendo a estendere l’autonomia del veicolo fino a 200 km. Mimì utilizza una bombola da 27 litri, contenente 1 kg di idrogeno compresso, con la quale è possibile percorrere dai 150 ai 170 km, ai quali si aggiunge l’energia rigenerata in marcia. Un altro punto di forza è la modularità del sistema: Mimì nasce come veicolo a idrogeno, ma può essere prodotto in versione elettrica e successivamente convertito alla propulsione a idrogeno tramite un kit di trasformazione. Questa scelta consente una diffusione più agile, in attesa che la rete di rifornimento a idrogeno si estenda a livello nazionale. «Abbiamo scelto di costruire tutto l’hardware e il software in casa, con imprese locali, per avere controllo totale sulla tecnologia e garantire l’eccellenza del prodotto», spiega Franco Bonavigo, fondatore e CEO di Bieffe Project. L’azienda modenese, nata nel 2002, è da anni partner tecnico di marchi prestigiosi come Maserati e Ferrari. Il progetto Mimì, costato 750 mila euro, è stato finanziato in parte con fondi POR FESR Emilia-Romagna. Al suo sviluppo hanno contribuito anche il centro di ricerca H2MoRe, specializzato in tecnologie dell’idrogeno, e una rete di imprese locali che costituiscono una filiera interamente emiliana della mobilità green. Mimì è pensato per una straordinaria capacità di carico e allestimenti personalizzabili: dal furgoncino compattatore dei rifiuti al van per consegne urbane. La leggerezza e l’autonomia lo rendono perfetto per l’uso quotidiano nei centri urbani congestionati, dove l’efficienza e l’agilità sono fondamentali. Ma questo è solo l’inizio. Bieffe Project sta già lavorando a un pullmino green lungo 6 metri con quattro ruote sterzanti, progettato per trasportare una trentina di passeggeri nei centri storici più complessi, come quello di Firenze. Il veicolo potrà compiere manovre in appena sette metri di spazio, un’innovazione fondamentale per la mobilità urbana collettiva.

Mimì non è solo un nuovo veicolo: è un manifesto della mobilità sostenibile made in Italy. Unisce innovazione tecnologica, progettazione integrata e filiera corta per dare una risposta concreta alla transizione ecologica urbana. In un momento in cui l’Europa spinge verso zero emissioni, la micromobilità a idrogeno potrebbe essere una delle chiavi per ripensare il trasporto urbano del futuro.

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